La mastite nei bovini: cause, sintomi, trattamento e prevenzione

La mastite è un’infiammazione della ghiandola mammaria, solitamente di origine batterica. Anche i fattori fisici (lesioni meccaniche, condizioni ambientali) possono influenzare lo sviluppo dell’infiammazione. I batteri entrano nella mammella attraverso il canale del capezzolo, rilasciando tossine che danneggiano i tessuti e causano l’infiammazione, che riduce la produzione e la qualità del latte. La mastite nei bovini può essere individuata in tutti gli stadi della lattazione, incluso il periodo di svezzamento, ma è più comune nei bovini da latte fresco e in quelli da lattazione tardiva. Malgrado la prevenzione messa in campo contro questa malattia, la mastite resta ancora la causa principale delle perdite economiche nelle aziende agricole.

Le cause della mastite

Spesso la mastite nei bovini si verifica a causa di condizioni ambientali precarie, di problemi di salute dell’animale stesso o di deficienze nella gestione del bestiame. Si dovrebbe prestare più attenzione all’igiene dell’attrezzatura da mungitura e delle stalle, alla composizione delle razioni, alle malattie ginecologiche, alle lesioni, eccetera. Una prevenzione efficace della mastite e un’adeguata strategia di controllo, quindi, dipendono non solo dal trattamento della malattia, ma anche dalla gestione dell’azienda nel suo complesso.

Sintomi e tipi di mastite nei bovini

L’infiammazione della ghiandola mammaria può essere clinica (visibile) o subclinica (nascosta).

Mastite clinica

I primi sintomi della manifestazione in forma clinica della malattia sono l’ispessimento e l’allungamento dei capezzoli di un quarto o di diversi quarti della mammella. Le mosche iniziano a volare attorno al quarto colpito, causando irritazione e inducendo l’animale a scalciare contro la mammella. Un segnale della mastite può essere la variazione della temperatura della mammella. Il quarto si gonfia, diventa rosso e dolente. Per queste ragioni, l’animale si muove di meno e tende a camminare più lentamente, quasi facendo attenzione a dove posa gli zoccoli, nel tentativo di alleviare l’irritazione. In questi casi possono verificarsi delle distorsioni delle articolazioni e la bestia inizia a claudicare. I bovini malati appaiono stanchi, perdono peso, presentano un’elevata temperatura corporea e possono anche abortire.

In presenza di mastite clinica, alla prima mungitura in un contenitore (di solito si usano contenitori speciali) compaiono nel latte muchi, grumi e fiocchi visibili a occhio nudo. Il colore del latte cambia. Esaminando i campioni in laboratorio si rilevano grandi quantità di cellule somatiche; la concentrazione dei componenti principali del latte risulta alterata così come la conduttività elettrica, ecc.

Se si osservano solo dei cambiamenti nel latte, la mastite viene definita lieve. Se appaiono altri sintomi, la mastite clinica viene definita moderata o grave, a seconda dell’intensità.

Mastite subclinica

La mastite subclinica è caratterizzata dall’infiammazione della mammella, quando il latte presenta una consistenza e un colore normale, non ci sono altri segni di malattia e l’infiammazione è segnalata solo dalla variazione nella composizione del latte. Per individuare la mastite latente, i bovini da latte devono essere esaminati almeno una volta al mese, 10-14 giorni prima dello svezzamento e 8-10 giorni dopo la figliazione. Durante il periodo dello svezzamento, la mammella e la salute generale del bovino devono essere monitorate.

L’aumento del numero delle cellule somatiche, una variazione nella conduttività elettrica del latte e la diminuzione nella concentrazione di glucosio sono gli indicatori principali per la diagnosi della mastite subclinica. Il monitoraggio delle variazioni dei componenti e della quantità del latte può essere d’aiuto nell’identificare i bovini affetti da mastite in modo rapido e efficace. Il contenuto dei componenti principali del latte diminuisce del 5-15 per cento, e varia anche la composizione dei grassi e delle proteine. Le moderne line di produzione del latte tendono sempre più a integrare vari sistemi, dei “mini laboratori” che aiutano ad identificare gli animali malati facilitando il lavoro dei dipendenti dell’azienda agricola. Questa tecnica può essere un’alternativa eccellente ai test fatti nei laboratori convenzionali, perché i dati sono ottenuti immediatamente, non bisogna preoccuparsi della campionatura e della logistica ed il rischio di dati falsi dovuti a procedure errate o ad altri fattori si riduce. Tuttavia, non tutti i sistemi di questo tipo sono applicabili a qualsiasi azienda. Alcuni di essi possono essere installati solo su certe linee, per cui un numero significativo di aziende agricole non può adattarli all’attrezzatura esistente. Altri invece mancano di precisione ed affidabilità.

Le perdite

La mastite può incrementare i costi per l’azienda del 43 per cento. Si stima che le perdite attualmente causate dalla mastite possano raggiungere ~EUR 185/per animale all’anno. La mastite è la seconda causa principale dell’abbattimento dei bovini.

Si è osservato che quando l’SCC è presente nel latte a 100 mila/ml, la produttività di un quarto della mammella decresce del 25-35 per cento al giorno, e del 10-15 per cento durante l’intera lattazione. In media, durante la lattazione di un bovino malato, si perdono circa 650 kg di latte. Gli animali malati producono meno latte per il resto della loro vita.

La mastite subclinica si presenta prevalentemente nelle aziende agricole. Si calcola che la maggior parte delle perdite delle aziende, che possono arrivare al 70 per cento, sia causata proprio dalla mastite subclinica. È molto importante, quindi, individuare tempestivamente la malattia, prima che passi allo stadio clinico. Questo è possibile solo con l’aiuto dei moderni strumenti di diagnostica.

Come si individua la mastite nei bovini?

Determinazione del’SCC

Uno dei test più comuni per la diagnosi della mastite subclinica è il conteggio delle cellule somatiche – somatic cell count (SCC) – nel latte. Se esso supera i 200 mila/ml l’SCC il bovino ha già contratto la mastite. Questo test non sempre è veloce e pratico, poiché richiede reagenti ed attrezzatura aggiuntiva. Nella maggior parte dei casi, la precisione dei risultati dipende dalla competenza di chi esegue il test. I campioni vengono inviati in laboratorio e i risultati non arrivano immediatamente, il che può ritardare la diagnosi e di conseguenza il trattamento dell’animale malato, causando perdite imngenti. I test commerciali, invece, possono essere effettuati direttamente in azienda. Questi test sono molto diffusi ma non sempre pratici, specialmente nelle aziende più grandi, poiché bisogna testare individualmente molti animali. Questo comporta altri costi e la precisione dei risultati dipende dalla diligenza e dall’attenzione di chi esegue i test. Alcuni produttori hanno sviluppato dei sistemi automatici per individuare le cellule somatiche nel latte, ma non tutte le linee hanno la possibilità di applicarli. Il vantaggio di questi sistemi sta nel fatto che il dipendente non deve più occuparsi del test e della valutazione dei risultati, risparmiando tempo: ma per effettuare il test servono dei reagenti aggiuntivi.

La maggior parte degli SCC sono basati sul metodo “California mastitis test”. I surfattanti attivi rompono i nuclei delle cellule del latte, rilasciano il DNA e alterano la viscosità del latte. Spesso viene usato anche un indicatore che cambia il colore della mistura a seconda delle variazioni del pH. Per i test commerciali, si munge il latte da ciascun quarto in dei piatti speciali con dei reagenti e, in base alle variazioni della consistenza e del colore del latte, i test determinano se il bovino è affetto o meno dalla malattia.

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L’analizzatore integrato del latte BROLIS HerdLine è una sorta di laboratorio di cui potrai disporre direttamente nella tua azienda. L’analizzatore esamina la composizione del latte di ciascun bovino durante ogni mungitura. Viene installato nelle stalle per la mungitura o sui robot e non utilizza reagenti o campioni aggiuntivi.

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Il trattamento della mastite nei bovini da latte

La mastite latente che non viene diagnosticata o trattata può trasformarsi in mastite clinica. In tal caso si osservano dei cambiamenti nella mammella e nella secrezione di latte, e un generale deterioramento delle condizioni dell’animale. Il veterinario prescrive il trattamento in base alla gravità accertata della malattia e agli agenti scatenanti. Nel caso di mastite subclinica possono bastare dei trattamenti semplici, quindi non è necessario separare il latte dei bovini. Le perdite sono contenute. In caso di mastite clinica, il trattamento di solito prevede antibiotici, antiinfiammatori ed altri preparati speciali, combinati insieme. È molto importante, quindi, diagnosticare il prima possibile la malattia, poiché questo determinerà la natura del trattamento. L’efficacia del trattamento è maggiore durante il periodo dello svezzamento che in quello della lattazione. È opportuno trattare tutti i quarti della mammella con medicinali preparati appositamente, di lunga durata, pensati per il trattamento dei bovini nei periodi secchi.

Il trattamento con antibiotici deve essere eseguito in base a certi criteri:

  • Il veterinario deve esaminare l’animale prima di scegliere il trattamento.
  • Prima di prescrivere i farmaci, vanno individuate le cause della malattia per poi selezionare i medicinali adeguati.
  • La selezione degli antibiotici deve basarsi sul test della suscettibilità antimicrobica.
  • Il trattamento non va interrotto prematuramente, ai primi segnali di miglioramento; e non si può sostituirlo improvvisamente con un altro.

Da un punto di vista pratico, è impossibile eliminare completamente la mastite dalla mandria, ma si può ridurla al minimo. I bovini affetti da mastite cronica sono fonte di infezione per tutti gli altri. Si raccomanda di abbattere i bovini:

  • Che non possono essere curati.
  • Che presentano mammelle gravemente danneggiate.
  • Che sono stati infettati nella lattazione precedente e non sono guariti dopo il trattamento nel periodo secco.
  • Che presentano mammelle cadenti, quarti deformati o induriti.
  • Bovini con i capezzoli lesionati.
  • Bovini che hanno sofferto di mastite clinica 3 volte durante la lattazione.

La prevenzione della mastite nei bovini

Al fine di prevenire la mastite e mantenere una buona qualità del latte, è molto importante una prevenzione generale:

  • La sporcizia dei bovini, delle zone letto, dei pavimenti, delle macchine e delle aree per la mungitura, e un’igiene inadeguata delle mani da parte degli operatori, creano le condizioni per la diffusione e la riproduzione di microorganismi patogeni.
  • Una ventilazione adeguata nelle stalle assicura un microclima ottimale e previene la riproduzione di microorganismi patogeni.
  • Si devono eliminare gli spifferi negli alloggi dei bovini. Essi raffreddano le mammelle, indeboliscono la barriera protettiva ed aumentano la possibilità che i microorganismi entrino nella mammella.
  • I recinti e le aree di passaggio devono essere confortevoli e puliti e soddisfare i bisogni fisiologici degli animali, in modo da evitare lesioni alle mammelle.
  • I letti devono essere asciutti, puliti e disinfettati periodicamente. Le aree di contenimento non devono essere affollate e gli animali devono avere spazio per riposare.
  • Materiali grezzi ad alta qualità e alimentazione completa sono fattori molto importanti per la prevenzione delle malattie.
  • Se l’azienda ha >5% di animali con mammelle, capezzoli e zoccoli sporchi, siamo in presenza di condizioni ambientali precarie.
  • È importante controllare che i capezzoli siano in salute, puliti ed asciutti prima della mungitura.
  • Usare i disinfettanti prima e dopo la mungitura come misura di controllo contro gli agenti patogeni che causano le malattie.
  • Una volta completata la mungitura dopo il trattamento dei capezzoli, il massaggio della mammella velocizza il processo di mungitura e la mammella viene munta completamente.
  • Alcuni ricercatori sostengono che il trattamento con antibiotici nel periodo secco può ridurre le infezioni fino all’82 per cento.